Gozo,
un isola ecologica nel 2020; ci riusciranno?
Quella
è lisola di ll-Gebla tal-General, meglio conosciuta
come lo Rocca del Generale o fungus rock. Sembra, e
in realtà è quasi inaccessibile, ma su quelle rocce
cresce una pianta che ha fatto la fortuna dei cavalieri di Malta.
Solo loro potevano accedervi per raccoglierla e per proteggerla
è stata costruita questa torre di avvistamento che è
qui alle nostre spalle. Daniele mi indica la torre e poi lascia
che il suono delle onde sulla selvaggia scogliera faccia eco alle
sue parole, e qui, alla fine di Gozo, davanti al mediterraneo aperto,
rievocando la storia di queste isole, leco è pieno
di voci lontane.
Il fungo di Malta (Cynomorium coccineum), la pianta
in questione, è in realtà un parassita, dalla forma
di un corto bastone bruno e peloso, che ha avuto la fama di essere
un ottimo coagulante e soprattutto preveniva le malattie veneree.
Viene il dubbio se nei famosi e efficienti ospedali dellOrdine
venisse usato più luno o laltro, ma questa è
leggenda. La verità è che in questo estremo lembo
occidentale dellisola, camminando per un breve tratto, si
arriva ad un altro posto dove la fantasia geologica ci stupisce
di nuovo. Una grande depressione più grande di due campi
da calcio, parzialmente colma dacqua e circondata dalle rocce,
è il cosiddetto Mare Interno, un piccolo porto naturale difeso
dal mare aperto e dagli occhi dei pirati. Solo una stretta fessura,
percorribile dalle barche, lo mette in comunicazione con il mare
aperto, al di là di una scogliera alta un centinaio di metri.
Alla fine di questa scogliera un'altra meraviglia naturale, la Azure
window o finestra azzurra, un enorme cornice naturale
alta una quarantina di metri sul mare che incornicia lorizzonte
del Canale di Sicilia. Ma non basta, ai suoi piedi, tra la scogliera
merlettata dallincessante moto ondoso, una altra cavità
naturale sprofonda nel mare perpendicolarmente per qualche decina
di metri. E il Blue Hole, il buco blu; un paradiso
per i subacquei. Tutto questo in meno di un chilometro quadrato;
ma le bellezze di Gozo non finiscono qui. Hai visto la costa
orientale? Io la preferisco perché è meno battuta
e ci sono dei panorami bellissimi su Comino, dice Daniele
continuandomi a illustrarmi le bellezze dellisola. Grande
come un quarto dellIsola dElba ha lo stesso numero di
abitanti con una densità notevole: 447 abitanti per chilometro
quadrato. Quasi nulla però in confronto all'isola principale
di Malta che ha la cifra, quasi record, di 1570 abitanti per chilometro
quadrato! Io però mi trovo bene, cè una
grande rilassatezza, ci conosciamo tutti e lascio ancora la chiave
alla porta.
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Larrivo
a Malta è sempre abbastanza scioccante; vedere tutti quei
palazzi, il traffico sostenuto, quella che sembra lattività
frenetica di una grande città, sembra in contrasto con
lisolamento e la relativa piccola dimensione dellisola.
A Gozo, per fortuna, tutto è in scala minore, ma si rimane
sempre sorpresi dal traffico e dallestensione degli insediamenti
su cui troneggiano solenni le cattedrali, quasi sproporzionate
in numero e grandezza per un isola così piccola. La cupola
di Xewkija è enorme, più alta di quella della cattedrale
di S.Paul di Londra, e per dare unidea del fervore religioso
degli abitanti basti pensare che è stata edificata solo
con il contributo dei parrocchiani. Ogni villaggio ha la sua chiesa,
spesso con un interno riccamente addobbato da drappi rossi che
sembra voglia rivaleggiare con la co-cattredale di La Valletta,
antica sede dellOrdine dei Cavalieri di Malta. Al tramonto
le strutture architettoniche che si rifanno sempre a canoni classicheggianti
o esibiscono le volute del barocco, si tingono di un caldo colore
rosa dovuto alla tenera roccia corallina di globigerine con cui
sono costruiti quasi tutti gli edifici dellisola. Daniele
non ha nostalgia di Montevarchi e della sua Toscana, qui ha trovato
una nicchia adatta al suo lavoro di consulente per progetti da
finanziare con i fondi europei e soprattutto è arrivato
in un momento particolare; lisola ha avviato un progetto
ambizioso di trasformarsi in una laboratorio di sviluppo ecosostenibile
basandosi sulle sole ricchezze che possiede, il sole, il mare,
il turismo e una popolazione attaccata alla sua terra. Cè
ancora moltissimo da fare, ma lamministrazione sembra ben
intenzionata ad andare avanti con limplementazione della
raccolta dellacqua piovana, lo smaltimento differenziato
dei rifiuti, lo sviluppo di fonti energetiche alternative sia
dal vento che dal mare, che non mancano! Ma soprattutto si conta
sulla gente, sullidentità e sulla voglia delle persone
di vivere in un isola più bella. Certo, in alcuni posti
dellisola è difficile pensare a tutto questo, purtroppo
un certo tipo di speculazione edilizia ha fatto molti danni a
Marsalforn e anche a Xlendi, un suggestivo fiordo di roccia la
cui magia è stata compromessa dai brutti alberghi che sembrano
condomini, oppure dalle profonde ferite che le cave di globigerine
stanno ancora infliggendo alla superficie di Gozo. Ma in altri
luoghi, la magia di questa isola che nella mitologia era lisola
di Circe, è quasi intatta. Seguite il sentiero sulla scogliera
di Ta-Cenc a più di cento metri daltezza sulla parete
di corallo che sprofonda verticalmente nel blu, oppure la gialla
scogliera settentrionale merlettata dalle piccole saline scavate
direttamente nella roccia fino al piccolo fiordo di Wied il-Ghasri,
una fantastica piscina naturale tra le rocce. Ammirate i campi
coltivati e terrazzati, sfruttando le naturali stratificazioni
dellisola, che in inverno sono verdeggianti di grano ed
erba e assomigliano alle risaie dellestremo oriente, solo
con i fichi dindia in mezzo, e attraversate i sentieri sulle
remote coste settentrionali tra le baie di San Blas e Dahlet Qorrot
per vedere la fatica degli agricoltori, che proteggono i loro
orti e i frutteti dallaria salmastra portata dai venti invernali,
con palizzate di canne. Sono settemila anni che luomo è
presente nellisola. Già 5000 anni avanti cristo,
molto prima della costruzione delle piramidi egiziane, le popolazioni
maltesi erano già in grado di erigere templi megalitici,
spostando massi di centinaia di tonnellate e decorandoli con eleganti
motivi geometrici. Ggantija è il nome del sito preistorico
più importante di Gozo, così chiamato proprio perché
ai primi archeologi sembrava una costruzione di antichi giganti,
realizzabile solo da persone di statura straordinaria. Ma un'altra
cosa è ancora più enigmatica, le cosiddette Carts-Ruts,
ovvero i solchi dei carri, misteriose linee parallele,
della larghezza circa di un assale di carro, scavate nella dura
roccia calcarea che si interrompono improvvisamente sulle rupi
scoscese delle scogliere delle isole maltesi. Riti funerari, linee
di allineamento di astri e pianeti per permettere a una casta
sacerdotale di scandire il tempo? Supposizioni che resteranno
senza una risposta, ma in un luogo nellisola di Malta sono
così numerose che il luogo è stato chiamato Clapham
Junction, lo stesso nome di un intricato snodo ferroviario londinese.
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Lultima
notte dormiamo in una farm house, un gruppo di case tradizionali
ristrutturate nel grande villaggio di Xhagra a poca distanza dalla
spiaggia di Ramla, che con la sua bella e fine sabbia rossa è
lunica grande, relativamente, spiaggia dellisola.
Ray e Riteanne ci mostrano con orgoglio il loro lavoro in cui
hanno messo tutta la loro creatività e gusto artistico.
Ogni camera è diversa dallaltra e anche ogni
appartamento. Abbiamo cercato di usare solo cose antiche o usate,
ridipingendole o trasformandole e cercando di dare un tocco unico
a ogni particolare racconta Ritenne. I tetti sono
ventilati e tutto è isolato al meglio per mantenere il
caldo in inverno e il fresco in estate. Durante la bella stagione
tiriamo delle tende sui cortili che fanno ombra e lacqua
della piscina è acqua piovana riciclata che raccogliamo
dinverno. Ray invece ci mostra il suo laboratorio
e ci racconta che i letti che ha costruito utilizzando tronchi
dalbero e grandi radici provengono dagli alberi che hanno
dovuto abbattere per la ristrutturazione del complesso o da vecchie
travi. Il mio materiale preferito per costruire mobiletti,
cornici e altri oggetti in legno sono le assi di pancale, che
me li regalano, sorride Ray con un passato di DJ adesso
punta a cercare di far vivere un esperienza il più possibile
gozitana ai turisti che vengono a soggiornare nella loro casa.
Questanno voglio comprare un pezzo di terra vicino
a Ramala per coltivarlo e farlo usare ai nostri ospiti per raccogliere
frutta e verdura fresca, continua Ray la cui casa dei genitori
è solo un uscio distante.Ci sono ancora 10 anni per vedere
se il progetto di un isola eco-sostenibile può avere successo
o no. Daniele mi racconta che da questinverno inizieranno
a segnalare dei percorsi escursionistici sullisola che per
le sue dimensioni, circa 7 chilometri per 14, è adattissima
anche ad escursioni ad anello partendo semplicemente a piedi dal
proprio albergo o appartamento e che questo sarebbe un turismo
a cui si punta molto per sostituire quello marino
vero e proprio che si concentra , come al solito, solo in luglio
e agosto. Io, da parte mia sto promovendo le prime vacanze a piedi
sullisola con lAssociazione la Boscaglia perché
ci vedo un futuro interessante, anzi, grombifero e pomschizzillioso,
come disse il viaggiatore inglese Edward Lear vedendo per la prima
volta lisola di Gozo.
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