Il cammino di Angela. Come è nato il cammino di “Qui passò Francesco” e il sogno di farlo diventare un “Cammino di Santiago” italiano.

“Quando noi saremo a santa Maria degli Agnoli, così bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo e infangati di loto ed afflitti di fame, e picchieremo la porta dello luogo, e ‘l portinaio verrà adirato e dirà: “Chi siete voi?” E noi diremo: “Noi siamo due de’ vostri frati, e colui dirà: “Voi non dite il vero, anzi siete due ribaldi ch’andate ingannando il mondo e rubando le limosine de’ poveri; andate via” e non ci aprirà, e faracci stare di fuori alla neve e all’acqua, col freddo e colla fame infino alla notte; allora se noi tanta  ingiuria e tanta crudeltà e tanti commiati sosterremo pazientemente sanza turbarcene e sanza mormorare di lui, e penseremo umilmente che quello portinaio veramente ci conosca, che Iddio il fa parlare contra a noi; o frate Lione, iscrivi che qui è perfetta letizia.”
Paragonare la morale del fioretto con la vita di Angela Maria Seracchioli e l’impegno profuso, e infine anche la soddisfazione, per il suo progetto di un cammino di San Francesco, non è azzardato. Lo stesso nome scelto per il suo ostello per pellegrini, l’unico in Italia con lo spirito degli hostal spagnoli lungo il cammino di Santiago, “l’ostello della perfetta letizia” ne è una conferma.
“Sono ormai 6 anni che ho consacrato la mia vita a questo progetto, nato per caso dopo che avevo fatto in solitaria il Camino di Santiago. In Italia abbiamo avuto una grandissima figura spirituale in San Francesco, camminatore anche lui, perché non ripercorre i suoi luoghi, che oltretutto sono ancora in gran parte rimasti intatti dal medioevo e in un contesto naturale ancora molto integro ed evocativo?” Così Angela spiega la genesi della sua idea, e continua: “e così mi sono messa in cammino partendo da La Verna al confine con il Casentino, le cui foreste sono ancora il rifugio di anime in cerca di serenità, per arrivare fino alla piana di Rieti, dove sorgono alcuni dei luoghi francescani più importanti come Greccio e dove Francesco iniziò la tradizione del presepe”.
“E’ stata un esperienza così profonda che mi ha convinto che un “cammino spirituale” si potesse compiere anche nel cuore dell’Italia perché poi, la vera ricerca del pellegrino, è dentro se stesso, e se ci sono dei luoghi che per caratteristiche storiche e naturali, aiutano questo percorso, in fondo non ha grande importanza il paese in cui si compie. E così con il mio pennellino e un barattolo di vernice gialla ho iniziato a disegnare su tronchi e rocce, ai bivi, sui muri, il simbolo del Tau, tanto caro a Francesco”.
Ho avuto mille avventure e mille incontri su questi sentieri come quella volta che mi fermarono i vigili mentre ero intenta a disegnare una Tau su un muro: “Mi sentivo beccata…senza autorizzazione a segnare ma pronta a sciorinare tutte le buone ragioni per lasciarmi fare visto che questi segni, la mia guida portavano già centinaia e ora migliaia di pellegrini da tutto il mondo qui in Umbria, il vigile tirò giù il finestrini, io gli raccontai che stavo facendo e lui mi lasciò lì, sul bordo della via spiazzata dal suo sorriso e dal suo: “Che bella cosa sta facendo!....”

350 chilometri da segnalare non sono pochi, anche perché l’Angela ha fatto quasi tutto da sola o con l’aiuto di amici come Patrizia, che ora accompagna dei gruppi sul percorso, per camminare ma anche per pregare, in una preghiera ecumenica che vuole dare ancora più valore alla parte spirituale del percorso.
Angela, che quando inizia a parlare è un torrente in piena, continua a raccontare della sua creazione: “quest’anno circa 1400 pellegrini hanno richiesto la credenziale per il cammino, molti di più di quanti si siano accreditati sulla ben più famosa Via Francigena e il percorso è molto conosciuto in Germania o in Olanda e anche in sud America…manca ancora solo l’Africa e poi rappresentanti di quasi tutto il mondo sono arrivati su questi sentieri italiani, mentre in Italia è già considerato un classico.
C’è anche chi si sposa lungo il percorso come Michela e Roberto che si sono sposati ad Assisi e che ora hanno aperto sul cammino, Candeggio, una accoglienza e, qualche anno fa, Michela (un’altra) e Davide che hanno fatto il loro matrimonio nella Romita di Cesi, una delle tappe più suggestive del cammino dove frate Bernardino vive con poche differenze rispetto ai compagni di Francesco”.
Il percorso che passa dalle foreste dell’Alpe della Luna ai campi coltivati della Valle Umbra, dai pascoli del Subasio alla valletta dietro l’industriale Terni dove si scoprono perle come lo Speco di Narni e Stroncone, è soprattutto un percorso di incontri.Non è possibile dimenticare l’eremo di Cerbaiolo, arroccato su uno sperone di roccia che domina l’alta val tiberina e la straordinaria figura di Chiara che con la determinazione delle sue caprette che qualche volta girano anche per l’eremo, è riuscita a ricostruire un complesso devastato dalla guerra praticamente da sola.
Se ci riuscite, perché trovarla non è facile, passate anche dalla Casa Gialla di Dodo e Nari, una coppia di ragazzi che vivono in una casetta al limite del bosco vicino all’eremo di Montecasale che offrono ospitalità ai pellegrini. Kao, il più grande dei loro figli, ma che ha solo 6 anni, è capace, con la massima naturalezza, di parlare dei suoi asini, di come è stato il raccolto e a quali erbe bisogna stare attenti o di quelle che sono utili.
E poi è bello anche descrivere la semplice ospitalità di tanti conventi religiosi che si sono aperti all’accoglienza dei pellegrini che, sempre più numerosi, bussano alle loro porte come novelli protagonisti del fioretto d’inizio. Dalle Piccole suore di San Damiano si dorme in una camerata di una ventina di letti e si mangia nel loro refettorio; se sei in gruppo ti preparano anche una torta casalinga con la marmellata dei loro alberi.

Ma la perla del percorso è l’ostello di Assisi gestito direttamente da Angela. E come dentro l’imponente mole della chiesa di Santa Maria degli Angeli c’è la minuscola chiesetta della Porziuncola, con i suoi affreschi colorati, così dietro la stessa imponente chiesa c’è il semplice ostello di Angela Maria che ci accoglie con i suoi disegni colorati, le bandiere tibetane di preghiera svolazzanti al vento e le frasi di benvenuto.
Leggete con attenzione i suoi libri degli ospiti, più simili a dei libri miniati, pieni come sono di disegni, pensieri, poesie e messaggi. Ognuno di questi ricordi è un altro piccolo viaggio attraverso l’anima dei tanti pellegrini, provenienti da tutto il mondo, che sono passati di qui.
Ben presto uscirà un libro per le edizioni Porziuncola che raccoglie le più belle foto e le frasi più significative ricavate dai libroni dell’ostello!
Angela è contenta del lavoro fatto fino ad ora, ma non risparmia critiche a nessuno e con ragione.
Con il CAI che non voleva le sue Tau gialle, con le amministrazioni locali, quasi tutte piuttosto sorde al progetto e che organizzano incontri e gemellaggi volutamente ignorando che i pellegrini, quelli veri che sudano e gioiscono con lo zaino in spalla già sono qui, silenziosamente. Si arrabbia anche per il proliferare di altri cammini, creati, sopra questo già esistente da 6 anni, per una varietà di interessi, non ultimo quello meramente economico, che hanno solo il potere di confondere i pellegrini confusi da “Frecce di tutti i colori” danneggiando anche il beneficio economico portato ai territori attraversati dal cammino.
Angela dice un poco sconsolata: “Le buone idee si copiano e poi ci mangiano tutti…ma, per fortuna, i pellegrini sentono dove c’è dedizione, capiscono quale sia un cammino fatto con il cuore e con i piedi e si fidano….Io vado avanti, questo Cammino continuerà ben presto fino alla Grotta dell’Arcangelo a Monte Sant’Angelo in Gargano, sto scrivendo la guida, sto ripercorrendo con lo zaino in spalla i sentieri e fra i “pellegrini c’è grande attesa.”
“Si, ho già percorso una volta tutta l’Italia centrale per arrivare a San Michele arcangelo. Qui i pellegrini rendevano omaggio all’angelo che li aveva protetti o lo invocavano per assisterli per il loro ultimo balzo in avanti, fino a Gerusalemme. In linea di massima ho già individuato anche i punti tappa più importanti, anche se alcune tappe sono troppo lunghe e devo accorciarle, poi ci sarà bisogno anche di un lavoro di sensibilizzazione delle amministrazioni locali per farli capire che il passaggio di pellegrini è comunque un arricchimento per una comunità”.
“Prevedo un anno di lavoro, la casa editrice pronta per pubblicare una nuova guida e si sta facendo una raccolta fondi per questa nuova guida che nasce dedicata ad un pellegrino che non c’è più, vai a vedere sul sito del cammino www.diquipassofrancesco.it alla voce il monte dell’Angelo spiego tutto! ” Con gli occhi che brillano Angela è già in cammino verso oriente…
Riferendosi ai grandi pellegrinaggi medievali, Goethe affermò che l’Europa fu fatta in cammino. Oggi l’Europa è fatta, ma una nuova sensibilità tra gli uomini è possibile anche semplicemente camminando, nello spirito di Francesco e della “perfetta letizia”.